“Ricordarsi con Freud che l’artista,
nella sua materia, lo precede sempre,
e che pertanto non deve fare lo psicologo
laddove l’artista gli apre la strada”
Lacan, “Omaggio a Marguerite Duras,”
in Altri scritti, Einaudi, Torino, 2013, p. 193
Il XXII Convegno Clinica delle rotture amorose, preceduto dalla giornata clinica L’amore e l’odio, tracciano una via al lavoro di questo anno di Scuola. Un lavoro in cui la Scuola invita ad interrogare la clinica a partire dalla questione della rottura amorosa e dall’amore e l’odio, l’odioinnamoramento.
Parlare d’amore è ciò che si fa in una psicoanalisi, quando il transfert non chiude l’inconscio facendo agire qualcosa che non passa nel dire. Cantar d’amore è proprio della poesia e delle canzoni di musica cosiddetta leggera.
L’artista apre la strada, i cantanti cantano l’amore. Così li convochiamo per aprire la strada alla scrittura di ciò che un praticante incontra nella propria clinica, in merito alle rotture amorose, all’amore e all’odio. Suscitando risonanze, dissonanze, contrasti, evocazioni, anticipazioni e sublimazioni di ciò che nella clinica si tratta di circoscrivere, dirigere e bordare: il reale come impossibile da sopportare.
a cura di Omar Battisti e Silvia Morrone